Il fantasma di Canterville
Messa in scena del celebre racconto umoristico giovanile di Wilde, questa spumeggiante commedia vede in primo piano lo scontro tra l'America pratica, ottusamente moderna, fiduciosa nel progresso e nella ricchezza e il pathos romantico della vecchia Inghilterra, con le sue tradizioni, i suoi baluardi, i suoi castelli, popolati ormai solo da polvere, ragnatele e logori fantasmi.
Wilde, con il suo sofisticato snobismo, se da un lato si schiera dalla parte della solida e immutabile realtà vittoriana, dall'altro strizza scherzosamente l'occhio alla pragmatica ingenuità del popolo americano, che pur facendo sorridere esercita comunque un fascino innegabile.
Scettica e dissacrante, la turbolenta famiglia americana Otis, dopo aver acquistato il castello infestato dallo spettro di Sir Simon Canterville, si prende gioco e ridicolizza tutto ciò che è antico, senza mostrare il minimo timore o stupore per il fantasma che appare ululando e sferragliando nelle loro stanze, ma anzi, offrendogli un famoso e potente prodotto per oliare le sue catene.
La storia si tinge anche di gotico sulle rime di un'antica profezia, con una macchia di sangue che appare e scompare cambiando colore, con un mandorlo seccato che rifiorirà solo alla morte del fantasma, e con una fanciulla, che incarna la magia e la fantasia della storia grazie ad una sensibilità sconosciuta alla famiglia in cui è stata allevata, che inaspettatamente riesce a comprendere il fantasma ed i suoi misteri.