La Signorina Papillon
L’ingenua SIGNORINA ROSE PAPILLON, all’interno del suo giardino pare isolata dal mondo, chiusa nel felice esercizio delle sue attività: coltivare e disegnare rose; collezionare farfalle; trascrivere i suoi pensieri nel diario. Ma il mondo invade ripetutamente il suo territorio, con il conte ARMAND, con il poeta MILLET, e con la parigina MARIE LUISE, che cercano di portare la curiosa Rose a Parigi, facendole abbandonare la sua Villa, immobile nel trascorrere del tempo, in cambio di un mondo in frenetico ed eccitante movimento.
Un mondo che Stefano Benni ha dipinto giocando con le parole da gustare una ad una, in un inseguirsi di eccessi, di sproloqui, di finezze verbali, di piccanti giochi di parole, con personaggi parodie di loro stessi, allegri siparietti che vivono felicemente l’oggi. Il risultato è di una comicità unica, che appoggia le fondamenta sulla realtà, ma vola leggera e frizzante nel gioco del teatro, creando un ambiente irrealmente reale, in cui tutto è portato all’eccesso, ma dove ogni cosa sta al suo posto, in un continuo sovrapporsi di ruoli, quasi che i personaggi non siano altro che le diverse facce di una stessa medaglia. Lo scontro è tra la violenta realtà esterna e la dolce ma tenace vita del giardino,opposti tra i quali la Signorina Papillon dovradistricarsi, non senza contrasti che scateneranno l’ilarità. E sarà un ridersi addosso, che diventerà un riconoscersi, che costringerà ad interrogarsi, per accettarsi o rifiutarsi.